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Legame di attaccamento ed età adulta

Come abbiamo già visto nell'articolo "La base sicura per l'autonomia", la teoria dell’attaccamento, nella sua forma attuale, è frutto del lavoro congiunto di J. Bowlby e di M. Ainsworth.
J. Bowlby ha formulato le linee di base della teoria utilizzando concetti tratti dall’etologia, dalla cibernetica e dalla psicoanalisi.
M. Ainsworth da parte sua, non solo ha tradotto i principi di base della teoria dell’attaccamento in dati empirici, ma ha anche contribuito ad ampliare la teoria stessa; i suoi due contributi maggiori sono stati la spiegazione delle differenze individuali nei rapporti di attaccamento e la creazione della Strange Situation (1978).

 

STRANGE SITUATION


Un importante contributo alla teoria dell’attaccamento, soprattutto per la sua applicazione in ambito clinico, arriva dalla Strange Situation,  una innovativa tecnica di osservazione della relazione madre-bambino, ottimo strumento diagnostico e di ricerca, attualmente ancora molto utilizzato. Consiste in una sequenza standard di episodi della durata di tre minuti in un laboratorio attrezzato per il gioco, in cui il genitore lascia due volte il bambino, una volta in compagnia di un estraneo e una volta da solo, per poi ritornare. Valutando i modelli comportamentali messi in atto alla separazione e al riavvicinamento, l’autrice riscontra uno stretto legame tra la modalità di risposta del bambino alla separazione e alla riunione con la madre durante il test, e l’interazione madre-figlio nella vita quotidiana.



STILI DI ATTACCAMENTO


Vengono, così, individuati tre modelli di attaccamento: sicuro, insicuro ansioso-ambivalente, insicuro ansioso-evitante, ognuno con particolari caratteristiche nella relazione madre-bambino, che si ripercuotono nella modalità relazionale che il bambino va costruendosi, attraverso quelli che Bowlby ha denominato Internal Working Models.

Il modello di attaccamento sicuro consente la formazione di un’interazione sicura con l’ambiente, per cui il bambino è in grado di esplorare l’ambiente attivamente. Da adulto è una persona con buona autostima, aspettative positive verso gli altri e buone competenze sociali ed emotive.
Il bambino che esperisce una madre imprevedibile instaura un legame di attaccamento insicuro ansioso-ambivalente, dove l’angoscia di separazione elevata e la rabbia disfunzionale, non permettono l’esplorazione dell’ambiente. Ne deriva un’immagine negativa di sé e sfiducia negli altri, viene disconosciuto il bisogno di autonomia e da adulto mostra iperprotezione, invischiamento, relazioni ambivalenti.
L’attaccamento insicuro ansioso-evitante, derivante dalla non responsività del caregiver ai bisogni del piccolo, implica nel comportamento del bambino un eccesso di autostima e di curiosità associato alla totale indifferenza al ritorno della madre. Genera, nell’adulto, distanza affettiva dalla figura di attaccamento, negazione del bisogno di accudimento e affetto, congelamento delle emozioni.

M. Ainsworth definisce i modelli di attaccamento insicuro come distorsione del funzionamento ottimale dell’attaccamento, interpretabili come forme di adattamento infantile al contesto relazionale inadeguato (1978).


 

ATTACCAMENTO IN ETà ADULTA


A partire dai comportamenti di attaccamento e dal legame di attaccamento si creano delle vere e proprie mappe di sé, degli altri, del mondo, schemi che vanno a strutturare la personalità del soggetto.

Il senso di sé nel bambino emerge dalla qualità della relazione affettiva con il caregiver.

Un bambino che ha esperito l’attaccamento sicuro, da adulto possiede una rappresentazione mentale di Sé come di persona degna di essere amata e confortata, e degli altri come di persone su cui si può contare. Si crea un sentimento di fiducia in sé e nel mondo circostante da cui deriva un’interazione attiva e gratificante, un’emotività ricca ed equilibrata.

Al contrario, un bambino che ha sperimentato il fallimento relazionale con la madre, si costruisce una rappresentazione di sé come di persona vulnerabile e non degna di essere amata e degli altri come di persone inaffidabili o su cui non si può e deve contare.



Gli studiosi dell’attaccamento si sono interessati, anche, dell’attaccamento in età adulta (Main et al., 1985).

La ricerca in questo campo si divide in due filoni: il primo riguarda l’attaccamento in ambito familiare, nel rapporto genitore-figlio e nella trasmissione transgenerazionale; il secondo riguarda invece l’attaccamento nella relazione di coppia dove i partner si percepiscono come figure di attaccamento, in un contesto di attaccamento romantico.


Gli studi della Main hanno, dunque, dato origine a quattro stili di attaccamento adulto: adulto autonomo, distaccato/svalutante, preoccupato-intrappolato, irrisolto (Main M., 1985).


L’attaccamento autonomo deriva da una equilibrata combinazione tra intimità e autonomia. I soggetti sicuri affrontano le relazioni con facilità in quanto in essi la sensazione di essere amabili (immagine positiva di sé) si combina perfettamente con l’idea che le persone siano in genere ben disposte, affidabili e sensibili.



Nell’attaccamento distaccato/svalutante (assimilabile all’attaccamento insicuro ansioso-evitante dell’infanzia), affetti, ricordi e cognizioni riguardanti l’attaccamento appaiono come ipercontrollati, come per "disattivare" gli effetti che potrebbero disturbare i rapporti di attaccamento. I soggetti appaiono autosufficienti ed orgogliosi, poco inclini a relazioni intime e a chiedere aiuto; il loro atteggiamento sembra dettato dal bisogno di sfuggire delusione e abbandono.


L’attaccamento preoccupato-intrappolato (assimilabile all’attaccamento insicuro ansioso-ambivalente dell’infanzia), si caratterizza per le strategie poste in atto, definite "iperattivanti" e rivolte alle figure di accudimento, che hanno il fine di assicurarsi da queste conforto e cure. Si manifesta la continua ricerca di relazioni, le quali vengono vissute in modo ambivalente, in oscillazione tra dipendenza e autonomia, manifestazione della contro-dipendenza. Gli individui con tale modello di attaccamento, sembrano ancora invischiati e preoccupati di compiacere la primaria figura di attaccamento.


L’attaccamento irrisolto presuppone ricordi, affetti e cognizioni frammentate e incoerenti, con la conseguenza di un mondo relazionale caratterizzato da ambivalenza, simbiosi e diffusione dei confini del sè, bizzarrie. Sembrerebbe frutto di gravi maltrattamenti, perdite precoci, traumi.


Secondo Weiss (1982), l’ attaccamento adulto e quello dei bambini sono diversi tra loro. Infatti, l’attaccamento infantile è “complementare” perché la figura di attaccamento offre cure ma non ne riceve, mentre il bambino cerca, ma non offre, sicurezza. Al contrario, l’ attaccamento adulto dovrebbe essere tipicamente reciproco: entrambi i partner danno e ricevono protezione. Inoltre, per l’adulto, la figura di attaccamento è un pari e, ancora, nelle relazioni amorose è implicata anche la sfera della sessualità.


"Le relazioni amorose sono le relazioni di attaccamento più importanti della vita adulti" (Brown e Harris, 1978; Quinton, Rutter e Liddle, 1984).

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